Il Cirneco dell'Etna

Cuccioli Cirneco dell'Etna (Maggio 2009)
Cuccioli Cirneco dell'Etna (Maggio 2009)

 

CIRNECO DELL'ETNA

FCI Standard N° 199

 

CIRNECO DELL’ETNA ORIGINE: Italia

 

DATA DI PUBBLICAZIONE DELLO STANDARD UFFICIALE

VIGENTE: 30.10.2016

 

UTILIZZAZIONE: Cane da caccia- impiegato particolarmente per la caccia al coniglio selvatico.

CLASSIFICAZIONE F.C.I.: Gruppo 5 Spitz e tipi primitivi. Sezione 7 cani da caccia di tipo primitivo. Con prova di lavoro in Italia.

BREVE RIASSUNTO STORICO: Il Cirneco è presente in Sicilia sin dai tempi antichi. Un cane Mediterraneo di antiche origini che discende probabilmente da cani da caccia che esistevano nell'epoca dei faraoni nell'antico Egitto, introdotto nel bacino del Mediterraneo dai fenici con la Sicilia come la regione eletta di adozione. Prove della presenza del Cirneco sull'isola sono forniti dalla sua rappresentazione su monete, incisioni e mosaici risalente a molti secoli prima di Cristo ed è sempre stato considerato il più antico, eclettico e altamente considerato cane da caccia. ASPETTO GENERALE: tipo di cane primitivo di media taglia dalla forma elegante e slanciata, compatto e robustamente costruito con un mantello fine ed orecchie erette, sempre in all'erta. La conformazione è costruita sula base di linee sub-allungate.

PROPORZIONI IMPORTANTI: La lunghezza del tronco è uguale all'altezza al garrese (costruzione quadrata). La *profondità toracica è leggermente inferiore dell'altezza dal gomito a terra. La lunghezza della testa è pari a 4/10 dell’ altezza al garrese. Il muso non deve mai essere più corto della lunghezza del cranio. Cranio dolicocefalo con indice cefalico inferiore al 50%. Stop con un angolo approssimativamente di 150°. La lunghezza della regione lombare è approssimativamente un quinto dell’altezza al garrese e la sua larghezza è circa la stessa della sua lunghezza. La lunghezza della groppa è circa un terzo dell’altezza al garrese e la sua larghezza è circa la metà della sua lunghezza. La profondità *toracica leggermente inferiore della metà dell’altezza al garrese (circa 43%) e la sua larghezza (misurata nella parte più ampia del torace) è inferiore di un terzo (circa 27%) dell’altezza al garrese. Il perimetro toracico eccede l’altezza al garrese di circa 1/8.

CARATTERE/COMPORTAMENTO: il cirneco è dotato di grande temperamento, inflessibile nel suo lavoro, affezionato e sempre allerta un cane risoluto, molto attaccato al suo padrone. Fondamentalmente un cane da caccia che usa il suo infallibile fiuto, ma anche un eccellente compagno. Il suo specifico talento è di fiutare la traccia e cacciare il coniglio selvatico ed altri piccoli animali sia di pelo sia di piuma. Ideale per la caccia su terreni aspri e asperità rocciose, in particolare su terreni lavici sulle falde dell’Etna dove il Cirneco balza da una roccia all’altra sicuro ed elegante. La razza usa la vista solo per localizzare la migliore posizione e nulla scappa alla sua attenzione. L’udito usato per catturare i movimenti del coniglio quando si rintana, ma è il forte e fine senso dell’olfatto che permette al cane di seguire la traccia e catturare la preda.

TESTA REGIONE CRANICA: Cranio: cranio allungato con la larghezza minore della metà della lunghezza totale della testa. In senso longitudinale, visto dal di sopra è di forma ovaleggiante; gli assi cranio-facciali sono fra di loro paralleli o appena divergenti. Il profilo superiore del cranio è appena leggermente convesso, in maniera di apparire quasi piatto, la larghezza bizigomatica è minore della metà della lunghezza totale della testa. Le arcate sopracciliari poco elevate, la regione frontale leggermente prominente e inclinata aboralmente, solco frontale poco sviluppato, cresta occipitale appena visibile, e protuberanza occipitale solo leggermente pronunciata. Stop: leggermente accentuato.

REGIONE FACCIALE: Tartufo: piuttosto grande, con una forma abbastanza rettangolare. Di colore che va dalla gamma color carnacino al marrone chiaro a quello piuttosto scuro, dipendendo dall’intensità del colore del manto. Visto di profilo il tartufo si allinea con il muso e si protrude oltre la linea verticale delle labbra.

MUSO: la lunghezza del muso non deve mai essere inferiore alla lunghezza del cranio. Misurata a metà del muso, la sua profondità è almeno quanto la metà della lunghezza del muso: la sua larghezza è minore della metà della lunghezza del muso. Il muso è appuntito con il profilo inferiore definito dalla mandibola, la canna nasale ha un profilo rettilineo.

LABBRA: Fini, sottili e tese, ricoprono appena i denti. La commessura labiale è appena visibile. MASCELLE E DENTI: dentizione completa (la mancanza di PM1 e di M3 è accettata) a forbice. Mascelle normalmente sviluppate, anche se non forti all’apparenza. Mandibole di sviluppo leggero con mento sfuggente. Mascella di sviluppo normale anche se d'apparenza non robusta, mandibola poco sviluppata con mento sfuggente. Incisivi impiantati verticalmente sulle mascelle perfettamente combacianti fra di loro ed allineati. Guance: Piatte. Occhi: apparentemente piccoli. Il colore deve essere ocra, ambra o nocciola, mai grigio, marrone o giallo. In posizione semi-laterale con espressione dolce. Rime palpebrali ovali con pigmentazione uguale a quella del tartufo. Orecchie: Inserite ben in alto e ravvicinate, portamento eretto e ben rigido ad apertura anteriore. Naturali di forma triangolare con punta stretta che si inclina leggermente all’ indietro. Cartilagine spessa alla base. Quando in allerta, gli assi verticali sono paralleli o quasi paralleli. La lunghezza delle orecchie non deve superare la metà della lunghezza totale della testa. La loro lunghezza non oltrepassa la metà della lunghezza totale della testa.

COLLO: Profilo superiore ben arcuato; lungo quanto la testa. Il collo, dal profilo elegante, si fonde armonicamente nelle spalle. La forma del collo simile ad un cono tronco ben muscolato in special modo al suo margine superiore.

TRONCO: Linea superiore: Rettilinea, che dal garrese scende bene verso la groppa. Garrese: Elevato sulla linea dorsale, stretto per la convergenza della punta delle scapole. Dorso: Profilo superiore rettilineo, muscoli senza grande sviluppo. Lombi: la regione lombare è circa la stessa misura della loro larghezza. Corta, leggermente muscolata ma solida. La lunghezza dei lombi è approssimativamente un terzo della lunghezza del torace. Groppa: Profilo superiore piuttosto piatto e la sua inclinazione è di circa 45° sull'orizzontale, quindi scoscesa, inclinata e robusta. La sua lunghezza è adeguata e la larghezza è circa la metà della sua lunghezza. Muscolatura poco appariscente. Torace: Buona profondità di petto che arriva quasi al gomito senza però oltrepassarlo. Costole leggermente cerchiate, mai piatte. Petto visto frontalmente piuttosto stretto. Profilo inferiore e ventre: il disegno del profilo inferiore è dato da una linea che rimonta dolcemente, asciutta senza rimontare in maniera eccessiva al ventre. Fianchi pari in lunghezza alla regione lombare. CODA: Inserita bassa, di forma piuttosto grossa alla base e uniforme in quasi tutta la sua lunghezza. Raggiunge il garretto o lo oltrepassa leggermente. Portata a scimitarra quando a riposo, e sul dorso a falce quando in attenzione. Pelo semi-lungo e aderente.

ARTI ANTERIORI: Aspetto generale: visti di profilo una linea verticale immaginaria scende dalla punta della spalla toccando la punta delle dita, l’arto anteriore mantiene un perfetto allineamento dell’asse verticale visto dai due lati. La lunghezza degli arti anteriori dal gomito al suolo è leggermente maggiore della metà dell’altezza al garrese. Spalle: la scapola è ben reclinata all’indietro, lunga circa un terzo dell’altezza al garrese, la punta delle scapole sono ravvicinate. L’angolo scapolo-omerale è moderato. Braccio: lungo quanto la metà dell’arto anteriore misurato dal gomito al suolo. Muscolatura pulita e ben marcata. Gomito: posto a livello della linea sternale o al di sotto, mai ruotato in dentro o all’infuori. Angolo omero-radiale 160° circa. Avambraccio perpendicolare al terreno. Ben marcata la scanalatura carpo-cubitale; ossatura leggera ma solida. Carpo: segue la linea retta dell'avambraccio. Osso pisiforme ben sporgente. Metacarpo: lunghezza non inferiore a un sesto dell’altezza dell’arto anteriore dal gomito al suolo, più largo del carpo. Leggermente inclinato dall'indietro all'avanti. Ossatura piatta e secca. Piedi anteriori: di forma leggermente ovale, arcuati con dita ben serrate. Unghie forti e ricurve di colore marrone o carnicino-rosa tendenti al marrone, mai nere. Suole dure con lo stesso colore del pigmento delle unghie.

ARTI POSTERORI: Aspetto generale: visti di profilo una linea immaginaria scende dalla tuberosità ischiatica toccando la punta delle dita. Visti da dietro, una linea verticale immaginaria scende dalla tuberosità ischiatica fino al suolo, dividendo l’articolazione del garretto, il metatarso e i piedi posteriori in due parti uguali. L’ altezza totale degli arti posteriori è inferiore dell’altezza al garrese (all'incirca il 93%). Coscia Lunga e larga. La sua lunghezza è un terzo dell'altezza al garrese, muscoli piatti con margine posteriore della coscia poco convesso. L’ angolo ileo-femorale è di circa 115°. Gamba: di lunghezza di poco inferiore a quella della coscia, con un’inclinazione sull’orizzontale di 45°. Muscolatura asciutta e ben definita, ossatura di struttura leggera, scanalatura gambale ben marcata. Garretto: La distanza dalla punta del garretto al suolo non oltrepassa il 27% dell'altezza al garrese. La faccia esterna è larga, con un angolo tibio-tarsico approssimativamente di 135°. Metatarso: La sua lunghezza è uguale ad un terzo della lunghezza dell'arto anteriore dal gomito al suolo, cilindrico e perpendicolare al terreno, assenza di speroni. Piedi posteriori: di forma leggermente ovale, arcuati con dita ben serrate. Unghie forti e ricurve di colore marrone o carnicino-rosa tendenti al marrone, mai nere. Suole dure con lo stesso colore del pigmento delle unghie.

ANDATURA/MOVIMENTO: a brevi passi vivaci, o trotto veloce ed elastico.

PELLE: Fine e ben aderente ad ogni regione del corpo. Il pigmento varia a secondo del colore del mantello, non deve mai presentare macchie nere o depigmentazione.

MANTELLO Pelo: di tessitura vitrea e densa, liscio sulla testa orecchie e arti, semilungo (2,5 cm approssimativamente) ma ben liscio ed aderente alla cute sul tronco e coda. Colore a) fulvo in tutte le sue sfumature più o meno intenso o diluito. b) fulvo e bianco: lista bianca o macchia sulla testa, lista bianca o macchia al petto; piedi bianchi; punta della coda; ventre; ma meno apprezzato il collare bianco. Il manto fulvo frammisto di peli più chiari e più scuri è permesso. TAGLIA E PESO: Altezza al garrese Maschi: 46 - 50 cm. Femmine: 44 - 48 cm. Tolleranza di 2 cm sotto il minimo e sopra il massimo della taglia. Peso: Maschi: 10 a 13 Kg. Femmine: 8 -10 Kg. DIFETTI: Qualsiasi deviazione da quanto sopra, deve essere considerata come un difetto, e la severità con cui questo difetto verrà penalizzato deve essere proporzionata alla sua gravità e a quanto può interferire sulla salute, sul benessere del cane e la sua capacità di svolgere il suo tradizionale lavoro.

DIFETTI GRAVI: • Assi cranio facciali divergenti. • Muso corto. • Cresta occipitale e regione frontale accentuate. • Stopp accentuato. • Orecchi con cartilagine sottile, semipendenti o divergenti. • Collo corto, giogaia. • Piedi lunghi, piatti, con dita allargate. • Speroni posteriori. . DIFETTI DA SQUALIFICA: • Cani aggressivi o estremamente paurosi. • Ogni cane che presenta chiare anomalie fisiche o comportamentali dovrà essere squalificato. • Accentuata divergenza degli assi cranio facciali. • Naso color fegato, nero, o depigmentato. • Profilo celoide. • Prognatismo. • Occhio gazzuolo. • Orecchi pendenti. • Rime oculari, unghie, suole, cuscinetti plantari neri. • Coda arrotolata sul dorso. • Anurismo, brachiurismo. • Colore del mantello marrone solido, nero o tigrato. Macchie nere o marrone o peli neri o marroni. • Altezza oltre i limiti tollerati.

N.B. I maschi devono avere due testicoli di aspetto normale e ben discesi nello scroto. • Solo quei soggetti funzionali e clinicamente sani, con tipica conformazione della razza, devono essere impiegati nella riproduzione.

 

*FCI intende come profondità quello che i testi Italiani intendono come altezza. 

 

 

STANDARD DI LAVORO
(In vigore dal 1.1.1995)

Il cirneco dell'Etna e' una razza recentemente classificata fra i "Cani primitivi" ed inserita nel 5° gruppo. La sua vocazione venatoria e' il coniglio selvatico.

La cerca:

L'esplorazione e' inframmezzata da tempi di trotto sciolto o galoppo leggero a tempi di passo brioso in relazione alle asperita' del terreno.
La ricerca della emanazione e' sempre meticolosa, dettagliata, attenta e riflessiva. Queste caratteristiche diventano peculiari nella "sciara" delle zone vulcaniche. L'ispezione dev'essere, ovunque e sempre, minuziosa ed incisiva.
Il metodo:

Quando il cirneco ha la percezione della presenza del selvatico, scatta e si dirige rapido, naso fedele all'emanazione, verso la provenienza dell'usta lasciata impressa sul terreno dal coniglio al suo passaggio; accortosi pero' che l'emanazione svanisce o si attenua e che comunque non porta al selvatico, si ricompone nel suo atteggiamento di "cerca" e continua ad esplorare il terreno.
Se, invece, procedendo sulla passata si rende conto che questa porta al selvatico, continua con lo stesso atteggiamento di massimo impegno seguendo ed interpretando con sollecita prontezza la qualita' dell'usta per giungere al selvatico.
La sua espressivita' si fa piu' concreta e l'azione aumenta d'impeto man mano che la distanza del coniglio diminuisce.
Nell'ultimo brevissimo tratto il Cirneco inizia a dare anche qualche scagno saltuario, acuto, che via via diventa piu' frequente, quasi a divenire rabbioso quando presume d'essere al "forte" o al giusto cunicolo d'ingresso del selvatico.
Qui il Cirneco s'impegna in tentativi di scavo con arti anteriori, annusa con violente inspirazioni all'interno del buco, sbuffa sonoro e gli scagni si trasformano in latrati vivi, vibranti, categorici; per diventare a tratti smorzati, lamentevoli, permeati di rabbia da impotenza, mentre insiste nei tentativi di scavo.
La voce riprende sonora e vibrante per denunciare che il coniglio si muove e si sposta all'interno della tana.
A questo punto entra in azione il furetto: il cane deve rispettare il mustelide, deve sospendere gli scagni e farsi da parte, in assoluto silenzio, magari acciambellandosi con apparente distacco, in effetti con sorniona e viva attenzione per quanto sta per accadere.  Nel caso di cirnechi particolarmente nervosi e' tollerato legarli in disparte.
Quando durante la cerca il Cirneco s'imbatte in un'emanazione intensa che lo porta al selvatico acquattato in giaciglio lontano dal "forte", sia esso in cespuglio o a ridosso di una pietra, alla base di un muretto, ai margini di un rovo, sotto poche pietre, o in qualsiasi altro sito non sotterraneo, il suo comportamento e' identico a quello già descritto per l'ultimo tratto dell'approssimarsi al "forte".
Nei cespugli intricati ed impenetrabili per giungere al coniglio il Cirneco addenta e strappa con determinazione rami, rovi e spinale, dimostrando cosi' coraggio e decisione.
Se viene a trovarsi improvvisamente a ridosso del selvatico in giaciglio, il Cirneco scattera' forzando il covo e costringendo il selvatico alla fuga.
Alcuni soggetti in circostanze di questo genere esprimono atteggiamento di punta, piu' o meno prolungato ed espressivo. Questo atteggiamento va tenuto in somma considerazione dal giudice.
Sul covo caldo di coniglio, partito di soppiatto, e' consentito un breve indugiare, senza insistenza n‚ voce. Il cane dovra' pero' rilevare l'emanazione e risalirla speditamente e con fedelta' alla traccia. Se scovato in una delle condizioni prese in esame, il coniglio, in breve, avra' guadagnato un "forte" o un cunicolo di varia natura che presenti caratteristiche di notevole sicurezza; il cane, allora, deve ripartire, riprendere l'emanazione e risalirla senza tentennamenti, distrazioni od errori, fino al nuovo ricovero del roditore.
E' questa l'unica seguita del Cirneco, prerogativa tanto ambita ed indispensabile sia nelle "sciare", sia nei cespugliati, sia in terreno spoglio.

Lo stile:

Il portamento di testa del Cirneco e' quello di un cane che cerca l'emanazione a terra, quindi con muso non molto discosto dal terreno.
La coda portata a grande arco sopra la linea dorsale, a tratti si distende e segna con lieve dimenio le fasi della cerca.
Le orecchie alternano alla erezione massima nei momenti di sospetto un certo abbassamento sulla nuca nei momenti di impegno motorio, ma di modesta tensione percettiva. Comunque le orecchie mai devono essere rilassate.
Quando durante la cerca il Cirneco ha la percezione della presenza del selvatico erige immediatamente le orecchie, si contrae fino ad evidenziare enormemente la sua massa muscolare, distende contemporaneamente la coda abbassandola fin quasi all'orizzontale e dimenandola lateralmente con impeto frenetico.
Lo stile e' una armonica fusione di qualita' fisiche, psichiche e fisiologiche, pertanto anche il timbro della voce nonche'‚ l'eleganza e la tipicita' dell'andatura concorrono alla valutazione delle salienti caratteristiche di razza.

Criteri di valutazione:

Il riporto non e' prerogativa peculiare della razza. Qualche soggetto la esplica in maniera esemplare; qualche altro si esibisce in recupero a distanza di grande effetto venatorio; i piu' si limitano ad addentare il coniglio per scaricarsi, poi lo abbandonano. Ognuno di questi comportamenti e' accettabile e non determinante nella valutazione, ma costituisce nota di merito.